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Paperless office: l'ufficio senza documenti cartacei

John Warnock e Charles Geschke fondarono Adobe nel 1982. Tra le loro invenzioni più famose c’è il formato PDF, che ha rivoluzionato la condivisione di documenti digitali. Il loro sogno era quello di creare un ufficio senza carta, dove i documenti sarebbero stati tutti digitali.

Andrea Scianò Andrea Scianò 12 Gen 2024 · lettura da 5 min
Paperless office: l'ufficio senza documenti cartacei

Un ufficio senza documenti cartacei.

Oggi ci sembra un'affermazione scontata, ma non lo era più di 25 anni fa.
Siamo a Los Altos (California) ed è il Dicembre del 1982. John Warnock e Charles Geschke si trovano nel garage del primo, come da migliore tradizione quando si tratta del connubio informatica - Silicon Valley, e i due cercano un nome per la loro nuova azienda.

Charles Geschke e John Warnock

Dietro casa di John scorre un torrente, l'Adobe Creek, chiamato così per il tipo di argilla tipica di questo posto. Pare sia il nome perfetto a cui ispirarsi per alludere alla natura creativa del software che sarà creato dalla neonata organizzazione: ecco che veniva fondata la famosissima Adobe!
La sua missione? Eliminare la necessità di stampare documenti cartacei negli uffici.

All'epoca, le stampanti erano progettate per stampare solamente caratteri, nessuna immagine, e prendevano in input unicamente del testo, tipicamente codificato in ASCII.
Nel 1984, la neonata compagnia, per superare queste limitazioni, lancia sul mercato un linguaggio piuttosto semplice chiamato PostScript.
Warnock e Gesche vengono contattati da un certo Steve Jobs per sviluppare un'integrazione tra le stampanti Apple e questo nuovo linguaggio. Nello stesso anno, AppleComputer inizia a concedere in licenza Adobe PostScript per la sua stampante Apple LaserWriter. Come se non bastasse, lo stesso Steve Jobs tenta di acquistare Adobe per 5 milioni di dollari, ma i due co-fondatori rifiutano l'offerta.

Charles Geschke, Steve Jobs e John Warnock

PostScript fu il primo standard per la stampa da un computer, in quanto includeva algoritmi che descrivevano le forme delle lettere di molti linguaggi differenti (vi dice niente la parola font?).
Nel 1987 PostScript diventa il linguaggio di stampa standard del settore con oltre 400 programmi software di terze parti e svariati contratti in licenza.
Nel frattempo, a metà degli anni '80, Adobe era entrata nel mercato del software consumer con Illustrator, un programma di grafica vettoriale per Apple Macintosh.
Illustrator, derivato dal software di sviluppo dei font interno all'azienda, contribuì a rendere popolari le stampanti laser che utilizzavano PostScript.

All'inizio del 1990, con PostScript consolidato nel settore, Adobe inizia a dedicarsi a un problema sempre più comune nelle grandi aziende: come scambiare con sicurezza documenti senza doverli stampare?
Domande come questa paiono banali oggi, ma un impiegato dell'epoca non avrebbe avuto alcuna chance di visualizzare un documento creato in ambiente DOS o Windows, su Macintosh o UNIX, senza alcuna differenza grafica.
L'unica opzione era appunto stampare il documento fisicamente su carta. In quel momento storico, l'idea che la carta non potesse essere rimpiazzata era molto affermata. Paradossalmente PostScript raggiunse una diffusione notevole proprio per questo motivo, poiché contribuiva a migliorare la qualità dei documenti generati elettronicamente che poi dovevano essere stampati.

Ma perché fermarsi a metà? Perché Adobe permetteva magie nella fase di generazione di documenti elettronici se poi dovevano finire tutti su carta? Perché non immaginare un equivalente digitale della carta?
Oggi siamo consapevoli, per diversi motivi, di dover ridurre il nostro consumo di carta, ma a quei tempi era un'idea rivoluzionaria.
Non scordiamoci che se i quesiti che ci poniamo oggi riguardano le implicazioni che avranno i social network e il Web 2.0 sulla società del prossimo futuro, allora ci si chiedeva quali cambiamenti avrebbe introdotto il personal computer...

John Warnock e Charles Geschke

Il problema di un documento digitale si può spezzettare in due sotto problemi più piccoli:

  1. memorizzare i contenuti del documento in digitale
  2. mostrarli sullo schermo quando necessario.

Warnock aveva già una soluzione a portata di mano per il primo: PostScript era stato creato per questo scopo, poiché poteva descrivere qualsiasi cosa contenesse una pagina. Per il secondo, sino ad allora per "vedere" effettivamente il contenuto di un documento era necessario stamparlo. Tuttavia, a quel tempo Adobe aveva sviluppato Illustrator, una specie di "interprete PostScript visivo" funzionante sia su Windows che su Mac.
Tecnicamente era dunque fattibile avere un formato digitale che potesse essere visualizzato, senza differenze, su sistemi diversi. Con queste premesse, Adobe avvia lo sviluppo di una soluzione: inizia il progetto Interchange PostScript, detto anche IPS.

Lo sviluppo di una versione commerciale inizia con il nome in codice Camelot, in seguito ribattezzato Carousel.
I documenti creati con Carousel erano denominati Portable Document Formats, che abbreviato diventa PDF, vi dice qualcosa?
La prima versione viene annunciata alla fiera COMDEX del 1992. Presto si scoprì che il nome del prodotto doveva essere cambiato perché Carousel era già registrato da Kodak, dunque si decise di utilizzare il nome Acrobat per esprimere i concetti di abilità e forza.
Rilasciato sul mercato il 15 giugno 1993, Acrobat era allora una suite di programmi: Acrobat Exchange per la visualizzazione, la modifica e la stampa di PDF; Acrobat Distiller per conversioni da PostScript a PDF, e Acrobat Reader un'utility per la visualizzazione e la stampa di PDF.

Nonostante l'entusiasmo iniziale, i primi tempi non furono buoni. Come spesso accade, alcuni grandi attori dell'industria dell'epoca non avevano percepito il valore aggiunto che avrebbe introdotto tale innovazione. In più, anche tra gli estimatori c'erano molte persone che trovavano Acrobat di difficile utilizzo. Un altro errore fu quello di chiedere un prezzo troppo elevato per l'intera suite Acrobat e, come se non bastasse, i tempi per il download di un documento da internet erano molto elevati in quel periodo: un grosso limite per un sistema che faceva dello scambio di documenti la sua mission. Tempo dopo il lancio, Acrobat stava cercando di conquistare i cuori dei consumatori come già avevano fatto i suoi "fratelli maggiori" Photoshop e Illustrator. Tuttavia, nonostante il formato PDF non fosse stato pensato appositamente per l'industria della grafica, giornali e agenzie pubblicitarie iniziarono a interessarsi di PDF come formato chiuso e autonomo, il quale garantiva che le immagini e il testo rimanessero intatti, riducendo i tassi di errore del processo di stampa e i tempi di elaborazione delle attività correlate. Varie agenzie iniziarono costantemente a chiedere ad Adobe di supportare nuove feature nel formato.

Possiamo utilizzare l'anno 1994 come spartiacque per sancire la definitiva ascesa del progetto: con il lancio di Acrobat 2.0 e la versione 1.1 del formato PDF, veniva garantito il supporto a link e documenti esterni, al colore (reso indipendente dal dispositivo) sebbene fosse limitato a RGB: i PDF potevano ora essere utilizzati non solo per i giornali, ma anche per riviste, cataloghi e stampe a colori di alta qualità. Quando il governo USA decide di adottare tale formato per la distribuzione dei moduli fiscali, rendendolo un concetto di dominio pubblico tra i cittadini, diventa lo standard de facto.
Nel 2007 Adobe intraprese la strada della standardizzazione e a luglio 2008 fu approvata la norma ISO 32000 che definisce ufficialmente il PDF come uno standard.

Charles Geschke, John Warnock e il presidente Obama

Al contrario di quanto accade solitamente con lo studio della matematica o della fisica classica, dove i padri fondatori appartengono ad epoche molto lontane, noi informatici siamo fortunati perché i genitori di questa fantastica disciplina sono spesso nostri contemporanei.
Molte delle invenzioni e innovazioni che sembrano far parte delle nostre vite da tempo, hanno in realtà solo poche decine di anni.
Ed è per questo che alcuni giorni ci rendono un po' tristi, perché ci danno la sensazione di perdere dei veri e propri pezzi di storia: venerdì 17 Aprile 2021, alla veneranda età di 81 anni, Charles Geschke ci ha lasciati, cofondatore di Adobe e uno dei pilastri su cui si fonda questa fantastica storia.

Grazie di tutto Charles.